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W. A. Mozart

KEYBOARD MUSIC

Vols. 8 & 9

Kristian Bezuidenhout, fortepiano

Harmonia Mundi USA. HMU 907532.33

 

Kristian Bezuidenhout , uno dei migliori, se non il migliore, fortepianista di questo scorcio del XXI secolo.  W. A. Mozart, uno dei quattro o cinque pilastri della storia della musica, ascoltato,  inciso ed eseguito migliaia e migliaia di volte.  Dal miscelarsi di questi due elementi di base nasce il doppio CD del “braccio californiano” dell’etichetta harmonia mundi che andiamo a presentare. Si tratta dei volumi 8 e 9 dell’integrale dedicata alla musica per tastiera del grande salisburghese.

Il vol. 8 “mette subito le cose in chiaro”, presentandoci nelle prime tre tracce, forse la più famosa delle Sonate mozartiane, la K 545 in do maggiore, composta nel 1788, ma pubblicata per la prima volta a Vienna solo nel 1805.  Si tratta probabilmente di un pezzo nato da e per l’attivita’ didattica di Mozart, sia dal versante creativo della composizione, che dal lato della tecnica esecutiva. Del resto, egli stesso lo sottotitola “per principianti”. Esattamente l’opposto di ciò che riguarda il primo brano del vol. 9, la Sonata K 279, sempre in do maggiore, composta durante l’inverno 1774/75, essendo la prima di una raccolta di sei sonate “difficili”.

E’ anche opportuno sottolineare come la partitura riporti frequentemente ripetute indicazioni dinamiche riferite all’alternanza di FORTE e di PIANO, contribuendo al delicato cromatismo melodico e armonico.  Sorge a questo punto spontanea la domanda: per quale tastiera scriveva Mozart ? Queste partiture richiedono una padronanza del tocco ovviamente impossibile per  il clavicembalo, ma nel 1775 Mozart aveva visto e provato solo una volta il fortepiano, a Monaco, mentre è possibile che conoscesse e utilizzasse il clavicordo,,che invece si adattava all’espressione dei contrasti dinamici.  Certo è che lo sviluppo di questo nuovo tipo di strumenti a tastiera porterà al progressivo “abbandono” del clavicembalo fino a che l’avvento del pianoforte come oggi lo conosciamo lo impose nella prassi esecutiva corrente, anche per l’opera mozartiana.

Il vol. 9 della fatica di Bezuidenhout e’ interessante anche per la presenza di due opere incompiute (furono entrambe completate con cura, senza strafare, da R. Levin): rispettivamente il frammento in sol min. K 312 e il frammento in si bemolle maggiore. K 400.  I pianisti conoscono bene il K 312 per il suo carattere “turbolento”, stile “Sturm und Drang”. Pubblicato a Vienna nel 1805, verrà indicato in molte edizioni successive dell’opera per tastiera di Mozart, come movimento in forma di sonata di 178 battute. Tuttavia, solo le prime 106 sono autentiche. Le diverse date di composizione proposte, 1774, 1778 e 1790, si basano sulla ricerca e sulla analisi delle influenze stilistiche, specie di Haydn, sulla densità della scrittura nello sviluppo della parte centrale. Ciò ha permesso di datare il manoscritto di Mozart conservato ad Oxford, al 1790, e quindi di confermare la relazione esistente tra questo frammento e la Sonata in si bemolle maggiore. K 570, la cui composizione e’ coeva.

Il frammento della Sonata in si bemolle maggiore K 400, risalente al 1781 e conservato a Stoccolma, presenta due curiose notazioni, di pugno del compositore, rispettivamente alla battuta 70 “Sophie” e alla battuta 71 “Costanze”, sicuro riferimento alle sorelle Weber, la seconda delle quali sposo’ proprio Mozart.  Il frammento si interrompe alla battuta 91 e venne completato da Levin, rispettando strettamente il progetto originale mozartiano. Il pregevole libretto trilingue che accompagna il box, ad opera di John Irving, fornisce un valido commento di sostegno musicologico per ogni brano registrato.

Il giudizio complessivo non può quindi che essere di assoluto plauso e di suggerimento all’acquisto (per chi non l’avesse ancora fatto) degli altri volumi di questa sontuosa integrale.

Angelo Formenti