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L.Van Beethoven

VARIATIONS

Olga Pashchenko, fortepiano

ALPHA 201

Questa volta cominciamo dall’interprete, la giovane moscovita (nata nel 1986) Olga Pashchenko, già bambina prodigio (primo recital a New York all’eta’ di nove anni), diplomata a pieni voti”cum laude”al Conservatorio Tchaikovsky della sua città,,rispettivamente in clavicembalo, fortepiano, pianoforte e organo.

Questa estrema duttilità ad altissimo livello per ogni tastiera, ne ha inevitabilmente improntato la carriera, che l’ha vista vincitrice in numerosi e prestigiosi concorsi per i quattro strumenti e protagonista di molti Festival e Concerti in Europa, Russia e Stati Uniti.

Nel 2013 ecco il suo primo CD, “Transizioni”, con brani di Dussek, Beethoven e Mendelssohn,per l’etichetta Fuga Libera.

Il secondo CD, che presentiamo oggi, ci dà l’occasione di valutare non solo le qualità tecniche della Pashchenko, ma anche la sua capacità interpretativa , tenendo bene in conto il programma prescelto per la registrazione.

Alla fine del XVIII secolo, era pratica corrente, anche per i compositori più affermati, scrivere “Variazioni” e, come fosse un segno del destino, la prima opera a stampa dell’allora undicenne Beethoven ( 1782), fu proprio una raccolta di 9 variazioni per clavicembalo. Inoltre circa la metà delle composizioni strumentali beethoveniane pubblicate dopo il 1800 includono movimenti analoghi a variazioni, integrati nella struttura creativa delle composizioni più tarde e “mature”, nelle quali hanno sovente un ruolo centrale.

Il programma del CD prevede le due Sonate facili op. 49, no 1 e 2 che, sebbene oggi siano abitualmente considerate come opere scolastiche e pedagogiche, dimostrano tuttavia che la qualità di una composizione non è incompatibile con i limiti formali imposti dalla modesta struttura delle sonatine. E Beethoven non si fece problemi a riutilizzare il tema del minuetto della sonata facile no 2 nel ben più famoso Settimino op. 20.

Abbiamo poi le 32 Variazioni su un tema originale del 1806 e le 15 Variazioni op.35 con introduzione e fuga dal tema originale delle “Creature di Prometeo” op 43 del 1803.

Complessivamente un buon disco per almeno tre motivi: offre la possibilità di accostarsi a pagine beethoveniane non propriamente inflazionate e tuttavia importanti per comprendere il percorso creativo giovanile del grande musicista di Bonn, permette di farsi un’idea delle potenzialità tecniche e interpretative col fortepiano della giovane tastierista Olga Pashchenko, ed infine ci offre la sonorità del fortepiano, senza dubbio in grado di trasportarci nell’universo sonoro di Beethoven.

Angelo Formenti