cd cover granada

GRANADA  1013-1502

Hesperion XXI

La Capella Real de Catalunya

Mordi Savall

ALIA VOX.  AVSA9915

Come è ormai costume consolidato per l’etichetta ALIA VOX, abbiamo tra le mani e nel lettore CD, uno splendido disco ed uno splendido, vero e proprio libro di accompagnamento, riccamente illustrato e col testo presentato in spagnolo, inglese, francese, tedesco, italiano e catalano !

Il titolo è già esplicativo del contenuto, dedicato alla celebrazione del millennio della fondazione del regno di Granada, avvenuta nel 1013 ad opera di Zawi ibn Ziri, e che sopravvisse per cinquecento anni, fino al 1502, quando venne incorporato nel regno di  Castiglia e Leon.

Qui abbiamo la registrazione dal vivo del concerto tenutosi il 1* luglio 2013 nel Palazzo di Carlo V nell’Alhambra, in occasione del Festival di Musica e Danza di Granada.

Il programma scelto da Jordi Savall ci accompagna in un viaggio storico e musicale dedicato a cinque secoli di vita della città più ammirata e importane dell’Andalusia musulmana.

Tutto ciò ci porta ad una riflessione sulla storia europea a partire dal V secolo. Nel 409 Vandali, Alani, Svevi mettono fine alla romanizzazione  della penisola Iberica, finché nell’812, l’imperatore di Bisanzio riconobbe anche formalmente l’Impero romano d’occidente, ormai sotto la guida di Carlo Magno.

Peraltro, già nel 711 i musulmani, superata Gibilterra, avevano fatto irruzione nel continente europeo.  Nei secoli bui che seguirono le invasioni barbariche provenienti da est, il compito di preservare la cultura scientifica, filosofica e letteraria di un intero continente, venne assunto da forze nuove provenienti da occidente: i cosiddetti “mori”.

Anche la musica si incardina in questo quadro culturale, laddove le influenze bizantine sulla musica sacra, liturgica ma anche profana, denominata complessivamente visigoto-mozarabica, vennero progressivamente meno con l’instaurarsi del dominio musulmano, che portò proprio alla fondazione del regno di Granada.

La musica di tradizione visigotica, soprattutto profana, si fuse ampiamente con la musica araba, dando origine ad una straordinaria cultura musicale, nonostante i gravi pregiudizi contro la musica da parte dei discepoli del Profeta.  L’Andalusia costituì un vero e proprio laboratorio musicale e culturale, con una produzione artistica di prim’ordine, protetta dal primo emiro della dinastia degli Ommiadi, Abderraman l “il Giusto”.

E’ necessario peraltro ricordare che il luogo comune della Spagna medioevale delle tre culture,in realtà è vero solo in parte.  Ebrei, cristiani e musulmani costituivano gruppi non solo religiosi, ma sociali e culturali la cui convivenza (o coesistenza ?) non sempre fu caratterizzata da pace ed armonia.  Si iniziò, naturalmente, con le persecuzioni anti giudaiche da parte dei cristiani, con la conversione forzata, pena la riduzione in schiavitu’.  L’arrivo dei musulmani nel 711, segno’ un significativo cambiamento politico e sociale, favorito apertamente dalla minoranza ebraica.

In realta’ le comunità giudaiche e cristiane,furono ugualmente tollerate dall’Islam durante la sua espansione.  Sotto il governo andaluso molti ebrei parteciparono alla politica ed alla pubblica amministrazione, anche ricoprendo incarichi di prim’ordine.

Il commercio venne controllato da ricchi mercanti ebrei fino al 1066, quando ebbe luogo il primo massacro di massa in territorio andaluso.  È così via, con lo scorrere dei secoli, fino al 1492, quando il regno cristiano di Castiglia decreto’ l’espulsione degli ebrei e la conversione forzata dei musulmani.. Circa centocinquant’anni dopo, nel 1609/1614, fu la volta dei moriscos, arabi spagnoli ad essere espulsi.

Questa lunga digressione storica per testimoniare come, almeno mille anni fa, la Spagna delle tre culture, abbia costituito un periodo culturale straordinario.

Il CD di cui parliamo oggi vuole essere una guida ideale per viaggiare nella storia, durata 500 anni, dell’ultima capitale dell’Andalusia.

Scelto da Jordi Savall, il programma ci propone musiche ebraiche del primo periodo del regno di Granada (1075/1141).  Abbiamo poi musiche cristiane mozarabiche come le Cantigas de Santa Maria di Alfonso X El Sabio.

Seguono le”moaxahas” e i “maqams”, canzoni su testi di autori come Ibn Zuhr o Ibn Zamrak.

Infine le melodie col ricordo della conversione forzata di tutti i musulmani nel 1502.

Un disco e anche un libro che rappresentano una testimonianza appassionata del valore della musica nel dialogo interculturale, interetnico ed interreligioso.

Angelo Formenti