Cover CD Merulo - Brilliant

Claudio Merulo

“Motets”

Modus Ensemble – Mauro Marchetti

CD Brilliant Classics 95243

Per chi ama la musica sacra e tastieristica del secondo Cinquecento il nome di Claudio Merulo è a dir poco sacro, vista la sua conclamata importanza nello sviluppo del linguaggio musicale, innanzitutto nel genere della Toccata, e per il contributo fornito per quasi trent’anni, esattamente dal 1557 fino al 1574, alla scuola musicale veneziana (anche per via del suo incarico di primo organista nella Cappella musicale della Basilica di San Marco). Ma ciò che affascina maggiormente in questo musicista, il quale fu anche uno studioso di scienze esoteriche e lui stesso alchimista, è la consapevolezza del suo ruolo storico nel tempo, un umanista testimone della propria epoca che cercò di rappresentare e fissare attraverso mirabili capolavori musicali. E anche se Merulo si costruì la giusta fama grazie alle sue composizioni per organo e per clavicembalo, è anche vero che la sua produzione di musica sacra, a cominciare proprio dal genere mottettistico, non dev’essere dimenticata. Ancor più che nel genere delle messe, è proprio grazie ai Mottetti che il musicista di Correggio dimostra di saper applicare quella libertà formale che permette di rappresentare le voci come se fossero un quadro vivente, ricco di sfumature e di peculiarità psicologiche, immettendo l’umano (non dimentichiamo mai, appunto, l’umanesimo di Merulo!) nel contesto sacro, facendo sì che l’uomo possa comunicare con Dio ponendosi non più solo come una sua creatura, ma come elemento dell’universo che si rivolge a chi ha dato vita all’universo stesso. Di ciò ne è una chiara dimostrazione il Liber primus sacrarum cantionum quinque vocum, di cui vengono presentati in questa registrazione venti mottetti, pubblicato a Venezia nel 1578, assieme al secondo libro.

Questi mottetti a cinque voci (formate dal cantus, altus, quintus, tenor e bassus) e accompagnate strumentalmente dalla viola da gamba, dal violone, dall’organo e dalla tiorba, con questa capacità di esprimere l’umano, oltre a rappresentare una forma di ringraziamento al divino, prefigurano l’irruzione dello stile barocco, privilegiando un gioco vocale (e qui l’influsso della scrittura organistica, di cui Merulo fu sommo interprete, risulta più che evidente) che si irradia nello spazio sonoro, creando seducenti azioni e reazioni timbriche.

Gioco vocale che i sei cantanti del Modus Ensemble (Sabrina Cortese, cantus, Stefano Guadagnini, altus, Enrico Torre, quintus, Diego Procoli & Antonio Orsini, tenor e Enrico Correggia, bassus) riescono a esprimere bene, anche se a volte nell’altus si avverte una certa fatica nel registro acuto, ben sostenuti dall’apporto strumentale, dando quel debito rilievo alle sfumature du cui è ricco, come si è detto, il repertorio meruloiano.

Anche la registrazione, da un punto di vista tecnico, contribuisce positivamente a esaltare voci e strumenti, con un palcoscenico sonoro riprodotto correttamente e con una dinamica naturale che permette alle voci di non saturare l’ambiente.

Andrea Bedetti