Cover Libro Debyssy esoterista

Alessandro Nardin

DEBUSSY L’ESOTERISTA

Jouvence 2016

Indubbiamente, la lettura di questo intrigante saggio rappresenterà una sorpresa per molti e, se così si può dire, sarà anche motivo di conforto e di rassicurazione per pochi. E chi resterà sorpreso, ossia la stragrande maggioranza, dimostrerà che è in grado di ascoltare la musica di Debussy, ma che allo stesso tempo non è in grado di comprenderla appieno; chi, invece troverà motivo di conforto nel leggere questo libro, si renderà conto di avere finalmente una debita conferma di ciò che aveva precedentemente intuito, ascoltandone la musica, ma non avendone tuttavia un rassicurante riscontro fattivo e conoscitivo. Ma qualunque sia l’area di appartenenza nella quale si trova, chi leggerà questo libro avrà modo di socchiudere almeno una porta, quella da cui si intravvedere un sentiero dove la dimensione musicale è punto di arrivo, ma anche di partenza, approdo sicuro o viaggio incerto.

Questo succede per il fatto che l’argomento preso in esame è a dir poco affascinante e accattivante, ossia il possibile rapporto tra l’uomo e musicista Claude Debussy e le dottrine esoteriche alle quali si interessò per buona parte della sua vita, vuoi per una sua personale inclinazione, vuoi per il contesto culturale dell’epoca, assai sensibile e votato a questo tipo di conoscenze occulte. Il principale merito di quest’opera risiede, a mio avviso, nell’equilibrio di analisi che l’autore pone tra il Debussy musicista, il Debussy esoterista e il periodo in cui visse e dal quale attinse quegli stimoli, quegli interessi e quegli agganci attraverso i quali portare avanti una proiezione sapienziale occulta o quantomeno celata ai più. Più che una disamina su questo lato pochissimo conosciuto del musicista francese, infatti, il libro rappresenta uno spaccato dell’epoca nella quale Debussy e altri compositori, intellettuali e artisti sensibili ai richiami esoterici (Erik Satie su tutti) ebbero modo di manifestarli e convogliarli in alcune loro opere.

In un certo senso, il susseguirsi dei capitoli rappresenta di per sé una sorta di gradus ad parnassum dell’argomento “esoterismo”, una scala composta da un piolo dopo l’altro, attraverso la quale il lettore troverà modo di salire senza alcuna fatica. Verrà così a sapere che cosa si cela dietro l’interesse e il fascino che Debussy ha nei confronti dell’acqua e che cosa cela, in termini di sapienza occulta, quella pagina dei Préludes che porta il titolo de La cathédrale engloutie. È ovvio che un testo come questo rientra a pieno titolo nella categoria dei libri per tutti e per nessuno, nel senso che l’argomento in questione, applicato al contesto dell’arte musicale, rappresenta di fondo un’arma a doppio taglio: se da parte affascina, in quanto permette di poter scorgere, intuire, applicare in sede storica e sapienziale istanze che appartengono di diritto alla filosofia occulta, dall’altra (e qui si annida il rischio di tagliarsi e di brutto) c’è l’indiscutibile impossibilità (ma questo non vale solo per Debussy, ma per tutta quella pletora di musicisti che va da Claudio Merulo fino a Giacinto Scelsi) di dimostrare ipso facto come una debita influenza esoterica abbia un preciso e inconfutabile riscontro sulla partitura musicale. Perché qui la legge della causa e dell’effetto non vale e non può essere presa in considerazione, pena quella di passare per ciarlatani e faciloni. Pena che, sia ben chiaro, non può essere minimamente addebitata ad Alessandro Nardin, il quale, proprio nelle prime pagine del volume mette bene in chiaro ciò, avvertendo debitamente il lettore che vorrà seguirlo pagina dopo pagina.

Resta, tuttavia, il fascino di una porta che resta necessariamente (e fortunatamente, visto i rischi che può causare un certo esoterismo che viene annacquato nell’essoterismo) socchiusa e attraverso la quale chi si interessa ai rapporti tra la filosofia occulta e l’arte musicale avrà modo di scorgere (e immaginare) ciò che c’è oltre la porta stessa.

Andrea Bedetti