Il Premio delle Arti è un Concorso bandito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per riconoscere l’eccellenza dell’alta formazione musicale in Italia: venerdì 7 e sabato 8 settembre 2018 il Conservatorio della Valle d’Aosta ha ospitato la competizione per la categoria Musica con strumenti antichi e voci, che ha visto partecipare giovani musicisti da tutta Italia. Il concorso, arrivato alla tredicesima edizione, è riservato agli studenti iscritti alle istituzioni e ai corsi accreditati del sistema AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) per l’anno accademico 2017/2018. Le selezioni per la partecipazione sono avvenute in tutti i Conservatori nazionali, ciascuno dei quali ha potuto candidare un solo studente (o ensemble) per ciascuna categoria: nei due giorni, i partecipanti si sono esibiti davanti a una giuria nominata dal Ministero e composta da Vanni Moretto, Martin Gester e Roberto Balconi. Il giovane Gabriele Pro ha vinto il primo premio. Lo abbiamo incontrato in occasione di questa importante affermazione.
Gabriele Pro, può raccontarci la sua esperienza in questo concorso? Si aspettava di risultare il vincitore? 
Ho deciso di partecipare a questa competizione perché mi è sembrata una buona opportunità per mettermi in gioco e per confrontarmi con altri musicisti della mia stessa generazione, anche perché concorsi di musica antica che offrono l’opportunità di partecipare a degli strumentisti solisti ve ne sono ancora pochi, non solo in Italia, ma anche in Europa. Ho partecipato accompagnato dal clavicembalista Daniele Rocchi, con il quale collaboro già da qualche anno e sinceramente non mi aspettavo di essere il vincitore, ma allo stesso tempo sono arrivato determinato e preparato per affrontare questo concorso.
Come ha vissuto la competizione?
Fin da subito all’interno del concorso si è creata una bella atmosfera non solo con i vari partecipanti, ma anche con la giuria, la quale non si è mai tirata indietro nel dare suggerimenti e precisazioni. Inoltre devo rivolgere un saluto e un ringraziamento al Dir. del Conservatorio di Aosta Renato Meucci per la disponibilità e per l’impeccabile organizzazione della competizione. Ho vissuto perciò il concorso nelle sue varie fasi serenamente, sempre però con la giusta dose di adrenalina e attenzione.
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Cosa ha suonato nelle diverse fasi del concorso?

Il concorso si è articolato in due fasi: eliminatoria e finale. Nella prima ho suonato la sonata detta La Luciminia Contenta del compositore secentesco Marco Uccelini; a seguire ho suonato il primo e l’ultimo movimento, Cantabile e Capriccio, dalla sonata in Fa Maggiore op.I n.12 per violino e b.c. di Francesco Maria Veracini. Nella prova finale invece ho iniziato con i primi due tempi della sonata in Re Maggiore op.IV n.1 di Francesco Geminiani, per poi concludere con la celeberrima Ciaccona di Bach, dalla Partita n.2 per violino solo in re minore BWV 1004.
Recentemente un altro italiano  (Andrea Buccarella), ha trionfato al concorso internazionale di Bruges… E’ un segno che il movimento italiano della musica antica sta formando artisti di alta qualità, in grado di competere con l’estero. Cosa pensa di questa considerazione?
Sono pienamente d’accordo e credo che da quando i corsi di musica antica hanno trovato nei Conservatori italiani una maggiore istituzionalizzazione e considerazione, i musicisti più giovani, ma non solo, hanno avuto modo di avvicinarsi a questo repertorio, prima considerato di nicchia, ma ora fortunatamente riscoperto e rivalutato, con i giusti mezzi e con insegnanti specializzati.
Quali opportunità le si offrono ora?
Oltre al premio in sé, che costituisce un’importante occasione per mettersi in luce, rimane la soddisfazione di aver raggiunto una tappa importante per la mia formazione, che comunque è ancora in fieri e che sto perfezionando con il mio maestro Enrico Onofri, presso il Conservatorio di Palermo.
Gabriele Formenti