a-haydn concertos pomo doro

 

F.J. HAYDN

CONCERTOS

IL POMO D’ORO

Riccardo Minasi, violino

Johannes Hinterholzer, corno naturale

Maxim Emelyanychev, clavicembalo

Erato Warner Classics

Haydn sembra essere il compositore “del momento” visti i numerosi progetti discografici a lui dedicati. Ricordiamo qui solamente il progetto di registrazione integrale di tutte le sinfonie affidato a Giovanni Antonini con i complessi del Giardino Armonico e la Kammerorchester Basel per l’etichetta Alpha. Un progetto immenso, che terminerà solamente nel 2032.

Certamente meno ambizioso, ma non meno bello, il nuovo disco dell’ensemble Il Pomo D’Oro per Erato -Warner Classics.

Questo ensemble di recente costituzione ha saputo costruirsi in pochi anni una solidissima reputazione e una discografica numericamente rilevante e il nuovo disco, dedicato a Haydn, è di grande bellezza.

Il repertorio del classicismo viennese può ancora riservare sorprese se ad interpretare la musica di questo periodo storico viene chiamato un gruppo equipaggiato con strumenti dell’epoca.

E’ quello che succede appunto con questo disco: in programma alcuni brani fra i più conosciuti di Haydn, come il concerto per violino  in sol maggiore e quello, nella medesima tonalità, per pianoforte (qui eseguito però al cembalo dal bravo Emelyanychev).

Meno noto e di grande fascino è il Concerto per corno naturale e orchestra con protagonista il bravissimo Johannes Hinterholzer. Così come poco noto è il “doppio” concerto per violino e pianoforte in Fa maggiore che chiude il disco. Inframezza in tutto la Sinfonia n. 83 in sol minore, dove l’Orchestra ha modo di mostrare tutta la sua perizia esecutiva.

Ultima nota sulla musica: la musica che possiamo ascoltare in questo disco mostra le qualità migliori di Haydn. E’ un ideale ritratto del “padre del classicismo” e fa bene capire la sua importanza per il successivo sviluppo dei tre generi fondamentali: concerto, sinfonia e quartetto.

Potremmo ben dire che senza di lui difficilmente la storia della musica avrebbe avuto quei capolavori che oggi conosciamo, molto meglio – purtroppo – della sua musica.

Gabriele Formenti