Milano, martedì 19 dicembre 2017

Sala Verdi del Conservatorio

Società del Quartetto

5_stelle

Un concerto di Natale diverso dal solito quello proposto da Società del Quartetto per l’ormai tradizionale concerto di Natale. Giungevano infatti a Milano i famosi King’s Singers, ensemble vocale fondato nel lontano 1968 e da allora – con formazioni di volta in volta diverse – sempre in attività in giro per il mondo.

Sole voci dunque, per un impaginato di grande fascino che partiva dagli antichi Cirpriano de Rore, Francisco Guerrero, Tomàs Luis de Victoria per arrivare fino ai giorni nostri con brani di Arvo Pärt , Perter Warlock, John Rutter, Bob Chilcott. Una lunga tradizione si diceva, in quanto alcuni di questi compositori hanno scritto appositamente per i king’s singers o ne hanno fatto addirittura parte. Il segno dei tempi è però rappresentato dal fatto che i sei cantanti si sono presentati sul palco della Sala Verdi del Conservatorio di Milano muniti di grandi tablet 12 pollici. Soluzione certamente pratica ma mai vista prima d’ora (almeno da chi scrive), in una sala da concerto. Affascinante..

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Pubblico delle grandi occasioni, con una sala Verdi piena fino alle ultime file (e, lo ribadiamo, terribilmente scomoda per chi sia alto sopra il metro e 70…). Una vera e propria folla festante ha salutato i 6 giovani cantori inglesi che hanno saputo ammaliare il pubblico con un percorso musicale assai riuscito. Presentato, di volta in volta, in un più che discreto italiano, dagli stessi King’s che hanno saputo così guidare per mano gli ascoltatori attraverso le varie tappe di questo viaggio musicale. Ma, come forse era prevedibile, è stato nella seconda parte del concerto che i King’s hanno saputo letteralmente rapire il pubblico. Una selezione di Songs in close harmony: proposte natalizie estemporanee degli esecutori come recitava il programma di sala. Qui, infatti, i solisti hanno riposto i loro tablet per diventare un tutt’uno, in un cerchio vocale magico, eseguendo una serie di brani che hanno strappato grida di giubilo con Winter Wonderland (arr. Alexander L’Estrange), God rest ye merry (arr. Geoffrey Keating), Sleigh ride (arr. Alexander L’Estrange), La Peregrinaçion  (arr. Peter Knight), Jingle Bells ( J. Lord Pierpoint, arr. Gordon Langford), Santa Claus is coming to town  (John Frederick Coots, arr. Alexander L’Estrange), Gaudete (arr. Brian Kay). Un concerto dunque riuscitissimo, che contribuisce non poco a quel processo di “svecchiamento” che sta perseguendo – con ottimi risultati, bisogna dirlo – una delle più antiche istituzioni musicali della città, che, raggiunto il traguardo del 150 di vita nel 2014, ha saputo rimettersi in gioco, guardando al futuro e scomettendo sui giovani (ne sono prova le varie collaborazioni e partnership cui l’istituzione ha dato vita, dai fotografi utilizzati per documentare i vari concerti, ai musicologi che scrivono i libretti, tutti giovani studenti di istituti come il Conservatorio di Milano o lo IED – perfino i libretti di sala hanno subito un restyling ad opera di un team di giovani collaboratori). Bis regalati dai King’s ma non sufficienti a placare la voglia di bella musica. Un concerto di Natale unico nel suo genere, cui tutti dovrebbe assistere almeno una volta.

Gabriele Formenti

(foto: Credits, Dottorini)