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W.A. MOZART

PIANO SONATAS  7-12

ROBERTO PROSSEDA, PIANOFORTE

DECCA 481 6567 (2CD)

5_stelle

Il secondo volume di questo nuovo progetto discografico ideato da Roberto Prosseda è di grande interesse. Dopo aver riportato alla nostra attenzione il repertorio dimenticato di Felix Mendelssohn, Prosseda giunge ora all’universo tastieristico mozartiano e lo fa sfoggiando tutta la sua straordinaria abilità digitale, la sua consapevolezza di artista maturo, con un profondo senso “storico” del fare musica. Oggi infatti, in un’epoca di iper-specializzazione, si ha quasi timore ad affrontare un repertorio che ha trovato – con gli strumenti originali e con gli interpreti specializzati in prassi esecutiva – una sua ideale dimensione. (cfr. la nostra recensione dello scorso mese dedicata ai Concerti Brandeburghesi di J.S. Bach). Infatti,se la memoria non mi inganna, questo è il primo cd di pianoforte che si avvale di un temperamento storico. Nella fattispecie, il temperamento inequabile Vallotti. L’aspetto – che forse interessa più gli specialisti che non i semplici appassionati – è tutt’altro che secondario e lo stesso Prosseda spiega nelle più che esaurienti note del libretto  da lui stesso redatte (anche in Italiano), le motivazioni che lo hanno spinto a questo tipo di ricerca sonora. Sì, perchè parlare di temperamento (il modo cioè di accordare uno strumento, “temperandone” l’ottava,) significa prima di tutto parlare di relazione fra intervalli e suoni e certamente il moderno temperamento equabile ha in qualche modo “appiattito” quelle sfumature sonore che i compositori per conoscevano all’epoca e che sapevano sfruttare anche in sede di scrittura.

Il secondo volume ci propone, in rigoroso ordine cronologico, le sonate dalla n. 7 alla n. 12, dove troviamo autentici capolavori come la sonata n. 8 in la minore e la celeberrima sonata “alla turca”  n. 11 K 331. Risalta in questa interpretazione, come dicevamo, la straordinaria padronanza digitale di Prosseda, ma anche il suo raffinato gusto musicale, Un suono reso ancora più splendende dal meraviglioso pianoforte Fazioli F 278 che si avvale, per l’appunto, di un temperamento Vallotti. Siamo certamente di fronte a un entusiasmante nuovo progetto di integrale che può, a mio avviso, avvicinare anche i più scettici verso un fare musica più storicamente informato, più consapevole delle fonti, della prassi e degli strumenti dell’epoca. Perchè è pur vero che lo strumento deve essere il mezzo e non il fine, ma i tempi d’oggi richiedono una maggiore capacità da parte dell’interprete di restituire l’originale messaggio del compositore, anche e soprattutto con lo strumento moderno. Da questo punto di vista, Prosseda è il messaggero ideale. Complimenti.

Gabriele Formenti