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J.S. BACH

An Italian Journey

Luca Oberti, clavicembalo

Arcana/Outhere

5_stelle

Questo è il secondo CD dedicato a Bach e al cembalo che segnaliamo a breve distanza da quello scelto come disco del mese di Marzo. Per la verità avrebbe potuto benissimo trovare posto in quella sezione anche il presente disco, ma abbiamo dovuto fare una scelta e premiare un giovane meno noto e introdotto di Luca Oberti. Luca Oberti infatti, italiano, è oggi un punto di riferimento internazionale per il suo strumento tanto da collaborare stabilmente con ensemble del calibro dei Musiciens du Louvre. Per tali motivi suona spesso fuori dal nostro Paese. Chi scrive ha avuto la fortuna di poterlo incontrare abbastanza frequentemente, almeno al telefono, per scambiare due chiacchiere sulla sua carriera e sulla sua produzione discografica. Una produzione che ora giunge a una svolta importante: dopo un primo disco pubblicato dall’etichetta milanese Stradivarius (molto ben accolto da pubblico e critica, tanto da meritarsi una nomination al prestigioso Preis der Deutschen Schallplattenkritik), Luca Oberti entra ora nella grande famiglia Outhere, che, per chi vive di pane e musica barocca, rappresenta oggi forse la vera “major” discografica almeno per quanto riguarda questo repertorio. Il progetto è curatissimo, fin nel più piccolo dettaglio (cover compresa). Perchè comprare ancora CD fisici e non limitarsi al downloading o allo streaming digitale? Una domanda che ci siamo posti proprio recentemente. Ebbene, la risposta arriva quando prendiamo in mano prodotti di tale livello, impreziositi, in questo caso, da un video-trailer firmato da un noto regista di videoclip musicali che non lascia indifferenti (lo potete vedere più sotto). Ma veniamo al sodo: cosa possiamo ascoltare nel disco? Diciamo subito che il programma non è nuovo ma inedita forse è la concezione che guida il programma: Bach e l’Italia. Com’è noto, il Kantor non mise mai piede nel nostro “bel paese”, nemmeno per una vacanza con famiglia. Eppure, tutte le novità che arrivavano dall’Italia erano subito accolte, assimilate e fatte proprie dai vicini francesi e tedeschi. Si spiega così l’ammirazione (venerazione potremmo forse azzardarci a definirla) che il grande Bach provò nei confronti di Vivaldi e di Frescobaldi. Dal primo, prese spunto per assimilare la forma del concerto italiano, trascrivendo alcuni lavori dall’OP.3 per Organo e tastiera; dal secondo recuperò l’antica forma della Toccata, della Partita, della Fantasia: forme per così dire “aperte”, libere da puri condizionamenti formali. Proprio a questi due autori guarda Bach per gran parte della sua produzione tastieristica e Luca Oberti ci propone dunque in apertura una trascrizione bachiana dal concerto n. 9 RV 230 dall’Estro Armonico, cui segue la Fantasia e Fuga BWV 904. Ma il disco non è solo un omaggio a compositori italiani (fra questi anche Alessandro Marcello, con una trascrizione da un suo concerto per oboe), ma anche alle forme musicali inventate in alcuni casi proprio in Italia e rese celebri dalla nostra storia musicale. Troviamo così quello che potremmo ben definire un “prototipo” delle Goldberg, ossia l’ “Aria variata alla maniera italiana“, come recita il titolo originale in italiano, lingua molta amata da Bach che la utilizza non a caso in molte sue composizioni. Un altro riferimento tutto italiano? Nel disco troviamo li bellissimo “Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo, altro piccolo gioiello della letteratura bachiana, anche questo proposto con un titolo italiano. Ma è la fine del disco a proporre il brano forse più emblematico di questo rapporto tutto speciale. Si tratta del famoso Concerto nach italienischem Gusto BWV 971. Il “Concerto italiano” come anche è chiamato fra i pianisti. Qui Bach traspone sulla tastiera il modello del concerto italiano dove si confrontano le masse orchestrali del tutti e quelle dei solisti. Una grande invenzione, una geniale intuizione, resa magistralmente da Luca Oberti in questo viaggio immaginario, che Bach compì solo con la mente e che noi, moderni ascoltatori, possiamo ripercorrere attraverso l’ascolto.

Gabriele Formenti