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G. ROSSINI

Péchés de Vieillesse, vol. 8

Chamber Music and Rarities § 1

Naxos

5_stelle

Con questo ottavo volume, Naxos si avvicina a completare uno dei progetti discografici più interessanti degli ultimi anni. Questo perchè il compositore oggetto di tale studio è niente meno che Rossini. L’integrale  – che comprende in tutto 11 volumi, in completamento il prossimo novembre – è già stata tutta registrata dal bravissimo Alessandro Marangoni, intelligente pianista italiano che ha fortemente creduto in questo lavoro di studio. Come ci racconta lui stesso nell’intervista che abbiamo realizzato (ascoltata qui), le sorprese non sono state poche durante questo viaggio discografico. I “peccati di vecchiaia” (e non di “gioventù”, come recita il detto) sono tutto forchè un “peccato” , in quanto Rossini pensò a questi brani in forma privata, da eseguirsi per lo più nel salotto di casa a Passy, facendo però i conti con l’evoluzione del gusto e dello stile. Insomma, in queste miniature, Rossini si misura con la contemporaneità, regalando gemme di inestimabile valore. Ne è certamente prova ulteriore questo ottavo volume che ci presenta la musica da camera e alcune rarità. Qui Marangoni è affiancato da un cast stellare: Massimo Quarta al violino. Enrico Dindo al violoncello, Ugo Favaro al corno e poi ancora le voci di Lilly Jorstad (mezzosoprano) e di Bruno Taddia (Baritono). C’è persino il coro Ars Cantica diretto da Marco Berrini. Li possiamo ascoltare nella traccia 7 del CD, una “tarantelle pur san, (avec traversée de la procession) dove Rossini sembra riproporre quelle soluzioni timbriche che possiamo ascoltare nella Petite Messe Solennelle, che non a caso aveva definito il suo vero e ultimo “peccato di vecchiaia”. Questo brano è qui inciso in prima mondiale e non è l’unico, a testimonianza del valore anche musicologico di questo progetto. Brani a volte brevissimi (traccia 2, 22 secondi!) che danno però la misura di un compositore completo, fine conoscitore delle possibilità dei vari strumenti, come ad esempio il Corno. Lo possiamo apprezzare  ad esempio  nel “Prélude, Thème et variations”, dove il Corno è chiamato a misurarsi con una scrittura raffinata ma virtuosistica al contempo. Un disco davvero immancabile, in attesa degli ultimi tre volumi.

Gabriele Formenti