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AA.VV.

CONCERTI PER FLAUTO

Raffaele Trevisani, flauto traverso

Ensemble Baroque “Carlo Antonio Marino”

Natale Arnoldi, direttore

TACTUS

5 stelle

Grazie all’etichetta Tactus abbiamo avuto la possibilità di ascoltare in anteprima il nuovo disco di Raffaele Trevisani. Si tratta del primo CD registrato dal grande flautista italiano per questa etichetta. La notizia in sé potrebbe non essere di grande interesse. Trevisani è ben noto per la sua attività di concertista e didatta (è stato uno dei migliori allievi di Sir James Galway e uno dei maggiori rappresentanti della sua scuola flautistica) e nella sua discografica non manca certo un’assidua frequentazione del repertorio barocco. Ma per gli appassionati di musica antica è certamente una notizia che questo grande flautista sia approdato su un’etichetta nota al pubblico di appassionati per le sue proposte di musica antica eseguita con strumenti originali. Diciamo subito che ci troviamo di fronte a un progetto dall’alto valore musicologico (prime registrazioni mondiali) con un compromesso fondamentale alla sua base: Trevisani non utilizza infatti un traversiere storico. Ma neppure un flauto d’oro, come è sua abitudine. Per questa registrazione “storicamente informata” il flautista milanese ha optato per un moderno flauto in legno realizzato da Powell, rinomata marca con sede a Boston, negli Stati Uniti (nella foto qui sotto, un esemplare). Leggete al proposito, l’intervista che abbiamo realizzato con lui a questo link.

powell-wfag-grenadilla-2-i26799-ktxjdlk-h1800-l1-n1Un compromesso necessario che non rovina di certo il risultato. In questo splendido disco possiamo infatti ascoltare alcuni concerti per flauto traverso mai incisi prima di autori come Andrea Zani, Romano Antonio Piacentino (unico autore qui presente che dirà forse qualcosa all’appassionato, essendo stato registrato da Jean-Pierre Rampal e dallo stesso Galway, anni fa), Giuseppe Torti, Giacinto Schiatti, più un autore anonimo in chiusura di CD. Trevisani sfoggia così un vibrato controllato (anche più controllato di tante registrazioni con traversiere). Spicca qui un attento studio dell’articolazione, senza rinunciare a un suono pieno e generoso, perfettamente assecondato da Natale Arnoldi (cui si deve la ricerca musicologica sugli autori qui proposti) e dal suo ensemble barocco “Carlo Antonio Marino”. Abbiamo così ora in discografica un prezioso disco che farà la felicità di molti appassionati e che amplia – e non di poco – il già cospicuo repertorio flautistico, oggi consolidatosi però, specialmente in sede concertistica, su pochi nomi che hanno composto per la formazione flauto – archi (Vivaldi su tutti). Una proposta che non possiamo non raccomandare, anche e soprattutto al cultore di musica antica. Perchè lo strumento deve essere sempre il “mezzo” e non “il fine” utlimo di un progetto. Trevisani ce lo ricorda, traccia, dopo traccia.

Gabriele Formenti