32780396149

“SUITE ITALIENNE”

AA.VV.

Francesca Debo, violino

Francesca Leonardi, pianoforte

5 stelle

Dopo l’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Beethoven, l’affiatato giovane duo Dego-Leonardi torna su Deutsche Grammophon con un album di grande interesse. Fra le innumerevoli proposte dedicate all’anniversario di Mario Castelnuovo-Tedesco (50esimo anniversario della morte) – che indubbiamente hanno contribuito e non poco alla rivalutazione di un grande compositore italiano – questo album merita sicuramente un’attenzione tutta particolare. Il titolo dell’album “Suite Italienne” è tratto dall’omonima composizione di Igor Stravinskij, una suite tratta dal balletto “Pulcinella” con musiche settecentesche (che il compositore russo credeva di Pergolesi), rivitalizzate nella sua fase neoclassica. Ma “Suite italienne” è di fatto tutto l’album: un omaggio alla così detta “generazione dell’ottanta” che in Italia fu individuata in quei compositori nati attorno al 1880 per l’appunto, considerati artefici di un rinnovamento profondo della musica italiana all’inizio del nuovo secolo. Con l’idea di recuperare il terreno perso nei confronti dei paesi germanici che avevano portato il loro modello sinfonico-strumentale a primeggiare. Alfano, Casella, Pizzetti e Respighi si adoperarono dunque per riportare la musica strumentale (cameristica e sinfonica) in primo piano. Come si noterà, fra questi nomi manca quello di Castelnuovo -Tedesco, che sebbene sia nato nel 1895, non di meno è da considerarsi uno dei principali autori del novecento italiano, anche e soprattutto per le influenze che eserciterà negli USA, dove si trasferirà per sfuggire alle ignobili legge razziali del fascismo. E infatti, “Suite italienne” ruota proprio attorno a Castelnuovo-Tedesco proponendo ben 3 prime registrazioni mondiali: la Ballade” op. 107, “Rosina”  e “Violetta” che assieme a “Figaro” rappresentano un sentito omaggio del compositore al genere operistico italiano. Si tratta di parafrasi, più che di veri arrangiamenti, dove la cifra stilistica di Castelnuovo – Tedesco si fà evidente in un trattamento armonico mai banale, ma anzi ricercato e assolutamente in linea con lo spirito d’innovazione che permeava la sopra citata generazione dell’ottanta. Ma il vero pezzo forte del CD – che si apre con la sonata in si minore di Respighi – è proprio la “Ballade”. Pezzo visionario, di grande complessità e bellezza, dove il dialogo incessante fra violino e pianoforte trasporta l’ascoltatore fuori dal tempo e dallo spazio. Pare incredibile che una composizione di questo livello non sia mai stata registrata prima e siamo oltre modo felici che a farlo siano state le nostre “due francesche”. Un disco davvero immancabile, che si avvale di un livello di produzione notevolissimo (l’interno Cd è stato registrato nel magnifico Auditorio “G. Arvedi” di Cremona.). Un omaggio all’Italia e al novecento che non mancherà di stupire e affascinare l’appassionato.

Gabriele Formenti