bartok-enescu-warnerclassics

B. Bartok, violin concerto n. 1

G. Enescu, Octet

Orchestre Philarmonique de Radio France

Mikko Franck, direttore

Vilde Frang, violino

Warner Classics

5 stelle

Il nuovo disco della violinista norvegese Vilde Frang giunge come una ventata d’aria fresca. Fra le più interessanti giovani interpreti (è classe 1986, ma il primo concerto da solista con orchestra l’ha tenuto a 12 anni…), la Frang si è saputa distinguere per la scelta sempre oculata del repertorio. Con un CD in media all’anno proposto sul mercato, la norvegese si sta conquistando una platea di fan in tutto il mondo e io mi annovero fra questi. Ancora ricordiamo lo spumeggiante album con la musica di Britten e Korngold, seguito poi da un disco più “commerciale”, se così lo possiamo definire, “Hommage”, per violino e pianoforte. Ora il ritorno alla dimensione concertistica, tanto cara alla solista (per Warner sta infatti, piano piano incidendo tutto il repertorio maggiore) con lo stupendo Concerto n. 1 di Bartok. Un lavoro originale che si differenzia abbastanza dal resto della sua produzione in quanto qui l’elemento folcloristico è posto in secondo piano. Del resto, basterebbe ricordare la genesi del concerto: Bartok lo scrisse in un periodo di felice creatività, dedicandolo e costruendolo su misura per la violinsta Stefy Geyer, 19venne talentuosissima, di cui forse si era anche segretamente invaghito. Ad ogni modo, questo rapporto si deteriorò a tal punto che Bartok apportò sostanziali modifiche alla sua forma, cancellando tutto il primo tempo e lasciando così una struttura fortemente atipica in due soli movimenti, con un Andante sostenuto iniziale di forte impatto. Qui Bartok utilizza un leitmotiv di note ascendenti affidate in apertura al solo violino. Il secondo e ultimo movimento è invece un turbine di suoni e colori, un Allegro giocoso dove Violino e orchestra sono sullo stesso piano, in un dialogo incessante. Ma la novità discografica si fa apprezzare anche per la seconda parte di programma, che segna anche una tendenza: quella di accostare a una grande pagina con orchestra, un brano cameristico. Così, a fianco del concerto di Bartok, troviamo l’Ottetto per archi op. 7 in do maggiore di George Enescu che vede impegnati, assieme alla Frang, alcuni solisti d’eccezione che completano un’edizione discografica pregevolissima, grazie anche all’attenta lettura dell’istrionico e mai banale Mikko Frank, eccellente conduttore di quella perfetta macchina orchestrale che è l’Orchestre Philharmonique de Radio France. E poi, il suono della Frang (che si avvale di un violino Vuillaume originale del 1864), vale sempre un ascolto!

Gabriele Formenti