INTERVISTA CON ALBERTO FRANCHIN, Quartetto Noûs

di Gabriele Formenti

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*Come nasce il Quartetto Noûs?
Il Quartetto Noûs nasce nel 2011 all’interno del Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano dove abbiamo approfondito i nostri studi musicali. Tommaso, il nostro violoncellista, si è unito al gruppo nel 2014 dopo aver studiato alla Musikhochschule di Karlsruhe. 
Abbiamo sempre avuto una forte attrazione verso la musica da camera ed in particolar modo siamo sempre stati profondamente affascinati dal ricchissimo repertorio quartettistico. 
Ci riteniamo molto fortunati di esserci incontrati e di aver avuto fin da subito tutti e quattro il coraggio e la passione necessari per intrapendere questo percorso che affrontiamo sempre con entusiasmo, spirito di gruppo ed umiltà. 
*Posso chiedere il perchè di questo nome? Una scelta sicuramente originale…
La scelta del nome per un gruppo non è mai cosa semplice. Nel nostro caso volevamo che rispecchiasse la nostra attività e il modo in cui la intendiamo. Noûs è un termine greco il cui significato è mente, capacità razionale, ma anche istinto creativo e ispirazione. La nostra attività implica in primis un’analisi dettagliata e approfondita della partitura e del contesto storico e stilistico del brano che che di volta in volta ci approcciamo a studiare, ma in una seconda fase è necessario far subentrare il processo creativo ed istintivo indispensabile per dare un’interpretazione convincente e personale che possa conquistare emotivamente l’ascoltatore. Il termine Noûs, nella sua semplicità, riassume egregiamente le due fasi. 
*Questo è il vostro terzo CD ma è il primo pubblicato da una major come Warner Classics. Cosa significa per voi?
Per noi è un passo molto importante che suggella un percorso intenso di circa otto anni di attività e siamo molto felici che la collaborazione con Warner Classics sia iniziata con la pubblicazione di un disco a cui teniamo molto. 
*Il programma del CD è tutto italiano. Un bel modo per omaggiare la plurisecolare tradizione quartettistica italiana. Come avete scelto il programma?
L’idea era quella di un programma che spaziasse dal Settecento al Novecento  e comprendesse capolavori di alcuni dei maggiori esponenti della tradizione musicale italiana. Il disco si apre con un omaggio a Luigi Boccherini uno tra i più prolifici compositori nonché eccelso violoncellista che insieme a Nardini, Cambini e Manfredi diede vita al primo quartetto d’archi conosciuto nella storia. Il suo quartetto in re magg op. 8 n. 1 è espressione della freschezza, del lirismo e del virtuosismo che contraddistinguono la sua musica. Segue una breve ma intensa Elegia intitolata da Giacomo Puccini “Crisantemi” che, composta in una notte per commemorare il defunto Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, presenta un carattere mesto e malinconico con temi di estrema dolcezza che vengono riutilizzati anche nell’ultimo atto della Manon Lescaut. Non potevamo esimerci dal registrare il quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, anch’esso composto in una sola notte e che rappresenta una prova della maestria del compositore nel cimentarsi in questa forma nonostante fosse universalmente acclamato per i suoi capolavori operistici. Conclude il disco lo splendido nonché raro quartetto in re minore P. 91 di Ottorino Respighi che riassume al suo interno la tradizione ottocentesca mitteleuropea, mescolandola ad un gusto tipicamente italiano e accostandola a temi e incisi che rimandano alla musica rinascimentale. 
*Siete attivi molto anche all’estero. Com’è la situazione della musica classica al di fuori dell’Italia? Avete riscontrato un diverso approccio? 
Ogni nazione possiede una storia e una propria cultura musicale e da questo scaturiscono diverse reazioni da parte del pubblico e differenti modi di presentare i concerti da parte degli organizzatori. In alcuni Paesi come il nostro e come altri in territorio europeo e americano la tradizione della musica classica è molto forte e ben ramificata nel tessuto sociale tanto da spingere gli organizzatori a creare spesso dei contesti innovativi per poter attrarre nuovo pubblico. Diversamente per altre culture, specialmente alcune asiatiche, il concerto di musica classica rappresenta qualcosa di relativamente nuovo, da scoprire e per questo suscita notevole interesse in particolar modo nelle generazioni più giovani anche se nella maggior parte dei casi il tutto viene realizzato all’interno di tradizionali sale da concerto. 
*Vostri prossimi progetti? Potete anticipare qualcosa? Proseguirà la collaborazione con Warner?
I nostri progetti futuri comprenderanno diversi concerti all’estero in cui eseguiremo il programma del nostro disco proprio per far conoscere e apprezzare questa bellissima musica in sale dove raramente viene eseguita. Nella prima parte di Ottobre effettueremo la nostra prima tournée in Scozia per poi tornare a Novembre nuovamente in Cina, l’anno venturo si aprirà con alcuni concerti in Inghilterra e proseguirà con una tournée in Canada e Stati Uniti. Sicuramente la collaborazione con Warner proseguirà e già adesso ci sono in cantiere importanti progetti che ci vedranno protagonisti in un repertorio completamente differente.