Festival Barocco Alessandro Stradella

29 Agosto 2020 – Circe “ Bei Ruscelli cristallini” Ensemble Mare Nostrum – Direzione Andrea De Carlo

4 Settembre 2020 – Circe “ Se desio curioso “ Stradella Y- Project –

Direzione Andrea De Carlo Palazzo Farnese Caprarola

Il Festival Barocco Alessandro Stradella con la Direzione Artistica del Maestro Andrea De Carlo si è inaugurato il 29 Agosto con l’esecuzione della Circe – Bei Ruscelli cristallini – Operetta a tre voci di Alessandro Stradella e proseguito con la seconda versione della Circe – Se desio curioso – dello stesso Stradella, anch’essa Operetta a tre voci , il 4 Settembre . Entrambi i Concerti sono stati dati al Palazzo Farnese di Caprarola. Ed ancora una volta bisogna ringraziare la Soprintendenza del Polo Museale del Lazio e la Direttrice Dott. Gabrielli che moltissimo sta facendo per far conoscere ed apprezzare questo gioiello dell’Architettura e dell’Arte Rinascimentale . C’è anche da rimarcare che questo Festival, che continuerà in altre prestigiose sedi con bellissimi concerti, è anche uno dei pochissimi attivati in piena emergenza Covid, e devo congratularmi per questo , che pur rispettando in pieno tutte le regole di sicurezza, ci ha permesso finalmente di ascoltare ancora musica dal vivo. Venendo al programma delle due serate bisogna sottolineare che entrambe le operette furono composte da Alessandro Stradella su libretto dello stesso poeta Giovanni Filippo Apolloni e, che le partiture manoscritte sono conservate presso la Biblioteca Estense di Modena. Della Circe “ Se desio curioso” sappiamo che fu commissionata ad uno Stradella giovanissimo, appena venticinquenne dalla Principessa Olimpia Aldobrandini in occasione di una Festa tenutasi presso la Villa del Belvedere a Frascati, per celebrare la nomina a Cardinale di Leopoldo de Medici il 16 Maggio 1668. Della Circe “ Bei Ruscelletti cristallini “ non si conoscono invece esecuzioni ne nella stessa Festa, ne moderne, quindi si potrebbe affermare che quella di Caprarola sia stata la prima esecuzione di sempre. Non si conoscono le ragioni di una doppia partitura di una Operetta dallo stesso titolo, composta dallo stesso autore con il testo dello stesso poeta, probabilmente per la stessa occasione festiva, ma completamente diverse sia nel testo che nella musica. Si può supporre che la Principessa fosse stata scontenta della prima versione e ne abbia richiesta una nuova, ma naturalmente sono solo congetture di una situazione assolutamente anomala nel percorso musicale stradelliano.

118582207_10219859249804695_2510730794356616983_oDel quale oggi conosciamo molto meglio le vicissitudini, grazie ad un giovane musicologo Davide Mingozzi, che ha trovato i documenti relativi alla sua nascita a Bologna il 3 luglio 1643, anticipandola di tre anni e quindi la morte avvenuta a 38 anni e non a 41 come si credeva in precedenza. Il fatto che Stradella nascesse a Bologna dipende dalle vicende biografiche di suo padre. Nel 1642, dopo aver ricoperto diverse cariche pubbliche a Nepi, Marcantonio Stradella aveva già lasciato la cittadina laziale per trasferirsi a Vignola, per assumervi la carica di governatore per conto del principe Ugo Boncompagni. La nascita a Bologna di Stradella è confermata dallo stato delle anime della parrocchia di S. Eustachio del 1659 e da due atti notarili del 1664 e del 1682. Le prime notizie documentate su Stradella ce lo mostrano a Roma, dove tra il 1652 e il 1660 vive con la madre, Vittoria Bartoli, vedova e il fratello Stefano nel palazzo del duca Ippolito Lante Della Rovere e di sua moglie Maria Cristina Altemps. Alessandro e Stefano figurano come paggi del duca e la madre come «donna della duchessa». La Circe risulta essere quindi essere la prima importante commissione da parte di una grande Famiglia nobiliare romana, dopo che nel febbraio 1667 dall’arciconfraternita del SS. Crocifisso di S. Marcello gli venne commissionato per il secondo venerdì di quaresima un oratorio su testo latino di Giovanni Lotti, di cui si ignora il titolo. La Circe nelle due versioni mostra già un compositore maturo, nonostante la giovane età. Sia nella conoscenza e pratica dello stile contrappuntistico come mostra “ Bei ruscelli cristallini” , sia di uno stile più moderno, leggero e veloce come mostra la versione poi eseguita “ Se desio curioso”. Che forse per questo motivo, per un concerto sicuramente all’aperto, nel meraviglioso Teatro delle Acque della Villa Aldobrandini, con offerta di dolciumi, sorbetti e quanto altro era in uso nelle Feste seicentesche, sarà stata scelta dalla Principessa. Infatti la scrittura compositiva delle due Operette è completamente diversa, anche se non meno affascinante. Aver avuto la possibilità di ascoltarle a poche sere di distanza l’una dall’altra, è grande merito del Maestro Andrea De Carlo , nel suo continuo e capillare studio e ricerca dell’opera dello Stradella, alla quale si aggiunge un importante tassello, quello delle composizioni giovanili. Ma andiamo per ordine esaminando le due versioni a cominciare con quella che ha inaugurato il Festival, con un cast spettacolare : Dorota Szczepanska , soprano di levatura internazionale, nel ruolo di Circe, Giulia Bolcato soprano, anche lei con un curriculum prestigioso,nel ruolo di Zefiro e il baritono/basso Mauro Borgioni nel ruolo di Algido. L’Operetta è composta nello stile contrappuntistico della Scuola romana, nell’abile scrittura a tre voci dei molti terzetti, vera struttura portante, anche se in una bellissima aria di Circe “ Rimembranza che rimbomba” l’atmosfera è molto diversa e avanzata rispetto al periodo. Il venticinquenne compositore si mostra già nella sua ampia e rigorosa conoscenza ed applicazione del contrappunto, nei terzetti che costellano tutta l’opera, con momenti di ariosi e arie anche in stile concitato o agitato, tipiche della Seconda Prattica monteverdiana. È un’opera nel testo decisamente celebrativa, con continui riferimenti alla Toscana e suggestioni che rimandano alla Famiglia Medicea. Nonostante questo risulta molto piacevole ed aggraziata. Questo grazie soprattutto alla grande abilità dei tre interpreti , che hanno eseguito questa non facile partitura in modo magistrale. Con il continuo intersecarsi e variare delle voci, tanto da rendere difficile seguire l’operetta sul libretto, io personalmente mi sono lasciata andare al puro godimento vocale, l’eccellenza della direzione, hanno reso l’esecuzione memorabile. I due soprani, che ascoltavo per la prima volta, si sono dimostrati assolutamente all’altezza. La bellezza del timbro e la purezza cristallina della voce della Szczepanska , insieme ad una piena conoscenza dello stile barocco, è stato dimostrato anche nell’aria di apertura, dedicata dal De Carlo al Maestro Moricone, recentemente scomparso, la splendida aria di Susanna dall’Oratorio omonimo di Stradella, uno dei miei preferiti “ da chi spero aita” , tra le più straordinarie arie patetiche mai scritte, cantata meravigliosamente con struggente malinconia, uno delle più belle esecuzioni da me ascoltata. Anche il secondo soprano al quale era destinato il ruolo di Zefiro, mi ha colpito per la perfezione dello stile e il bel timbro. Di Mauro Borgioni cosa dire, che non abbia già detto, in altre occasioni . Assolutamente perfetto come sempre, nella perfezione dello stile e nel timbro scuro e virile, che amo moltissimo, nella estensione e proiezione della voce, ma anche nelle morbidezze là dove siano necessarie, continuo a crederlo il miglior baritono/ basso Barocco oggi sulla scena. Dell’Ensemble Mare Nostrum e della Direzione di Andrea De Carlo come sempre perfetta e inappuntabile, posso soltanto dire , che di concerto in concerto, la sua profonda conoscenza dello stile musicale barocco , lo fa crescere sempre più nella mia stima, che ormai data da diversi anni, e che non fa che confermare e aumentare. Estrema bravura che viene mostrata nel secondo Concerto: La Circe “ Se desio curioso” . In questo caso ad eseguire l’Operetta è stato lo Stradella Y-Project con un ottimo cast di voci giovani:Maya Rachel Goldenfeld, soprano israeliano, nel ruolo di Circe, il controtenore soprano Federico Fiorio, nel ruolo di Zefiro, e il baritono giapponese Tamashi Tomosugi nel ruolo di Algido. Come dicevo una scrittura completamente diversa, con un solo terzetto, più duetti e soprattutto più arie a solo, con una ondosita’ ritmica modernissima. Anche meno celebrativa, solo il terzetto finale è decisamente dedicatorio al novello Cardinale Medici. Bellissimi i motivi di Eco nelle prime battute fra Circe e Zefiro. In effetti a Zefiro e Algido sono affidate delle bellissime arie, con Zefiro che fa grande uso di coloriture come nell’ aria “ Ed io che farò “ e “ Chi stupori cercando va’ ” per Algido. Anche a Circe sono affidate arie e ariosi decisamente affascinanti come “ oh degl’eterni Elisi” alla fine dell’Operetta, prima del terzetto finale in stile contrappuntistico. Se il soprano Goldenfeld e il baritono Tamashi Tomosugi si sono decisamente mostrati dei bravissimi e dotati cantanti, con un ottimo timbro, soprattutto il baritono, la vera grande sorpresa è stato il giovanissimo controtenore soprano veronese Federico Fiorio. Una voce bellissima con timbro sopranile senza forzature di falsetto. Bravissimo nelle coloriture , e anche nell’estensione e proiezione, bellissimi i due effetti d’eco, eseguiti fuori sala. Sarà da tenere in considerazione e di spero vederlo e ascoltarlo presto in altre esecuzioni. Il ritmo impresso dal Direttore, quasi uno swing di stampo jazzistico, ha reso godibilissima questa Operetta. Devo dire che ho compreso perché la Principessa Olimpia Aldobrandini abbia scelto questa versione della Circe, che anch’io preferisco decisamente alla prima. Non perché quest’ultima sia meno bella, ma lo stile contrappuntistico la rende un po’ pesante, antica, per l’epoca, invece la seconda è leggera, gioiosa. Assolutamente perfetta per l’occasione festiva. Credo che anche il pubblico presente abbia gradito moltissimo questa Circe , vista la richiesta di molteplici bis, e gli applausi. Sono veramente felice che nonostante il periodo bruttissimo che stiamo vivendo e che costringerà molti di noi ancora a sottostare al lockdown, soprattutto per le lezioni accademiche e universitarie, ancora per molto tempo in modalità online, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare questi due gioielli di Alessandro Stradella. 

Isabella Chiappara Soria